Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38098 del 13 settembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:38098PEN

Massima

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Il reato di minaccia sussiste quando l'agente prospetta alla persona offesa un male ingiusto, anche se espresso in forma di augurio o desiderio, purché tale prospettazione sia idonea a incutere timore nell'animo della vittima. La mera manifestazione di astio o rancore, senza alcuna concreta minaccia, non integra il reato di minaccia. Tuttavia, la particolare tenuità del fatto non può essere valutata dal giudice di legittimità nel caso di sentenza di condanna emessa dal giudice di pace, in quanto tale valutazione è già stata compiuta in sede di giudizio di primo grado con l'esclusione della declaratoria di improcedibilità per particolare tenuità del fatto. Inoltre, l'abrogazione del reato di ingiuria comporta l'estinzione del relativo capo di imputazione e l'impossibilità per il giudice penale di pronunciarsi sulla domanda risarcitoria proposta dalla parte civile, in quanto il collegamento tra decisione sulle questioni civili e condanna dell'imputato è principio generale che ammette solo eccezioni tassativamente previste dalla legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto nell'interesse di:
(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 28 gennaio 2015 dal Tribunale di Enna;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MICHELI Paolo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. PINELLI Mario, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata limitatamente all'ingiuria, perche' il fatto non e' piu' previsto dalla…

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