Cassazione penale Sez. I sentenza n. 16248 del 26 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:16248PEN

Massima

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Il sequestro di persona a scopo di estorsione sussiste anche quando la privazione della libertà personale mira ad ottenere una prestazione patrimoniale pretesa in esecuzione di un precedente rapporto illecito tra le parti, a prescindere dalla natura della pretesa, purché la condotta violenta si sia manifestata in forme sproporzionate e gratuite, tali da trasformare il perseguimento di proprie ragioni nel perseguimento di un profitto ex se ingiusto. In tali casi, la sussistenza delle esigenze cautelari, quali la gravità del fatto, la personalità dell'indagato, il pericolo di fuga e di inquinamento probatorio, impone l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, non essendo possibile una derubricazione del reato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni o sequestro di persona. La credibilità della persona offesa, corroborata da riscontri oggettivi, prevale sulla mera affermazione dell'indagato, privo di qualsiasi prova a sostegno della propria versione alternativa dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) KA. EG. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 2068/2009 TRIB. LIBERTA' di BOLOGNA, del 15/10/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIRACCINI Paola;

Rilevato che il Procuratore Generale nella persona del Cons. Dott. Salvi chiedeva il rigetto del ricorso;

Rilevato che il difensore non e' comparso.

FATTO E DIRITTO

Il Tribunale del riesame di Bologna confermava l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emes…

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