Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di legittimità, nel valutare il ricorso per cassazione, è tenuto a verificare il rispetto di specifici requisiti di ammissibilità del motivo di impugnazione, quali: - la deduzione del vizio di motivazione in modo specifico, con riferimento alla sua natura (contraddittorietà, manifesta illogicità o carenza); - l'indicazione del punto della decisione affetto dal vizio, mettendo in evidenza le proposizioni contrastanti tra loro; - l'onere di allegare gli atti del processo posti a confronto con la motivazione, nel rispetto del principio di autosufficienza dell'impugnazione; - la necessità che il vizio di motivazione denunciato presenti il carattere dell'essenzialità, incidendo sulla tenuta logico-argomentativa complessiva della decisione. Inoltre, il giudice di legittimità non può sindacare la valutazione di contrasti testimoniali, la scelta tra divergenti versioni e l'indagine sull'attendibilità dei testimoni, salvo il controllo di congruità e logicità della motivazione. Infine, sono inammissibili i motivi di ricorso che ripropongono le medesime questioni già esaminate e ritenute infondate dal giudice di appello, in assenza di una specifica e argomentata confutazione delle ragioni poste a fondamento della decisione impugnata.