Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il ricorso per cassazione deve essere proposto entro il termine perentorio di 60 giorni dalla comunicazione della sentenza impugnata, a pena di inammissibilità. Tale termine, previsto dall'art. 325 c.p.c., è tassativo e non può essere derogato, nemmeno in presenza di eventuali impedimenti o difficoltà della parte ricorrente. L'inosservanza del termine comporta l'inammissibilità del ricorso, indipendentemente dalla fondatezza dei motivi dedotti. Il rispetto del termine di impugnazione costituisce un presupposto processuale inderogabile, a tutela del principio di ragionevole durata del processo e della certezza dei rapporti giuridici. La Corte di cassazione, una volta accertato il superamento del termine, è tenuta a dichiarare l'inammissibilità del ricorso, senza poter entrare nel merito delle questioni prospettate. Le spese del giudizio di cassazione seguono la soccombenza e devono essere poste a carico della parte che ha proposto il ricorso tardivo.