Il notaio, nell'esercizio della sua attività professionale qualificata, è tenuto ad adempiere con la diligenza richiesta dall'articolo 1176, comma 2, c.c. e dall'articolo 2236 c.c., osservando il dovere di consiglio e di informazione nei confronti delle parti, anche in relazione all'esistenza e all'applicazione di agevolazioni fiscali. Tale obbligo trova fondamento nella clausola generale di buona fede oggettiva o correttezza di cui agli articoli 1175 e 1375 c.c., che impone al notaio di compiere quanto necessario o utile a salvaguardare gli interessi delle parti, nei limiti dell'apprezzabile sacrificio, correlato alle condizioni del caso concreto, alla natura del rapporto e alla qualità dei soggetti coinvolti. L'obbligo di effettuare le visure ipocatastali incombe al notaio anche in caso di utilizzazione della forma della scrittura privata autenticata, non rilevando a tal fine la circostanza che tale forma sia stata scelta dalla parte. La violazione di tali doveri di diligenza, consiglio e buona fede da parte del notaio può dar luogo a responsabilità professionale.