Cassazione penale Sez. I sentenza n. 34455 del 10 settembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:34455PEN

Massima

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La premeditazione del tentato omicidio si configura quando l'agente, mosso da una ferma volontà di impedire alla vittima di costruire una vita indipendente, attende l'occasione più favorevole per sorprenderla e agisce con modalità idonee e dirette in modo non equivoco a cagionarne la morte, come l'utilizzo di un'arma da fuoco con cui esplode più colpi alla testa da breve distanza, senza fornire una spiegazione alternativa plausibile. La responsabilità per i reati precedenti di minacce, lesioni e molestie può essere affermata sulla base delle dichiarazioni della persona offesa, anche in assenza di querela, quando risultano provati dai riscontri oggettivi, come il referto medico, e non vi sono elementi che ne inficino l'attendibilità. La mancata concessione delle attenuanti generiche è giustificata dalla gravità oggettiva della condotta, dall'intensità del dolo e dalla riprovevolezza del movente, nonché dai precedenti penali dell'imputato, anche se risalenti nel tempo, quando permangono elementi indicativi della sua pericolosità sociale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6038/2010 CORTE APPELLO di TORINO, del 11/02/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/06/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIACOMO ROCCHI;

Udito il Procuratore Generale che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza dell'11/2/2011 la Corte d'appello…

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