Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43589 del 24 ottobre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:43589PEN

Massima

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La sproporzione tra il valore dei beni posseduti e i redditi dichiarati dal proposto, unita alla sua qualificata pericolosità sociale per il suo ruolo all'interno di un'associazione mafiosa, legittima l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca, senza che tale provvedimento possa essere giustificato dalla provenienza dei beni da attività lavorative lecite o dall'accensione di mutui, in assenza di prova della disponibilità di risorse economiche sufficienti a sostenere i relativi pagamenti. La confisca di prevenzione mira a sottrarre dalla disponibilità dell'interessato tutti i beni che siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego, senza distinzione tra attività di tipo mafioso o meno.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI E. M. - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 15/10/2018 della CORTE di APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere MOROSINI Elisabetta Maria;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale CARDIA Delia, che ha chiesto di dichiarare il ricorso inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato la Corte di appello di Palermo ha confermato la misura …

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