Il provvedimento di rifiuto del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, adottato nei confronti dello straniero espulso dal territorio nazionale, è illegittimo in quanto in contrasto con la direttiva europea 2008/115/CE e con la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che ha ritenuto non legittima la previsione del reato di soggiorno ingiustificato dopo l'espulsione. Pertanto, in conformità con l'orientamento giurisprudenziale e normativo comunitario, il provvedimento di rifiuto del permesso di soggiorno deve essere annullato, con condanna dell'amministrazione al pagamento delle spese di giudizio. La massima giuridica si fonda sui seguenti principi: 1. Il provvedimento di rifiuto del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, adottato nei confronti dello straniero espulso, è illegittimo in quanto in contrasto con la direttiva europea 2008/115/CE. 2. La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha ritenuto non legittima la previsione del reato di soggiorno ingiustificato dopo l'espulsione. 3. In conformità con l'orientamento giurisprudenziale e normativo comunitario, il provvedimento di rifiuto del permesso di soggiorno deve essere annullato. 4. L'amministrazione convenuta deve essere condannata al pagamento delle spese di giudizio.