La variante urbanistica che modifica la destinazione di un'area agricola di proprietà privata in ambito urbanizzabile specializzato per attività produttive e terziarie, con l'obiettivo di favorire l'insediamento di attività volte a potenziare il tessuto economico del territorio e aumentarne la promozione turistica, è legittima in quanto espressione della discrezionalità pianificatoria dell'ente locale, purché adeguatamente motivata in relazione alle esigenze di sviluppo del territorio e nel rispetto dei principi di contenimento del consumo di suolo. La qualificazione della variante come "specifica" o "generale" non dipende dalla mera estensione delle aree coinvolte, ma dalla finalità perseguita dall'amministrazione nell'esercizio del suo potere di governo del territorio, che nel caso di specie risulta coerente con gli obiettivi di pianificazione. Pertanto, la variante urbanistica impugnata, che rientra nell'ambito di applicazione dell'art. 4 della L.R. n. 24/2017 come variante specifica, è legittima in quanto adeguatamente motivata e non in contrasto con i principi di contenimento del consumo di suolo, pur non essendo necessario il rispetto integrale di tali principi nella fase transitoria di adeguamento degli strumenti urbanistici vigenti.