Tribunale Amministrativo Regionale Lombardia - Brescia sentenza n. 319 del 2018

ECLI:IT:TARBS:2018:319SENT

Massima

Generata da Simpliciter
Il provvedimento con cui viene ingiunta la demolizione di un immobile abusivo, giammai assistito da alcun titolo, presenta carattere rigidamente vincolato e non richiede una specifica motivazione in ordine alla sussistenza di un interesse pubblico concreto e attuale alla demolizione, né una comparazione fra l'interesse pubblico e l'interesse privato al mantenimento in loco dell'immobile. Ciò in quanto non può ammettersi l'esistenza di alcun affidamento tutelabile alla conservazione di una situazione di fatto abusiva, che il tempo non può in alcun modo legittimare. Il principio in questione non ammette deroghe neppure nell'ipotesi in cui l'ingiunzione di demolizione intervenga a distanza di tempo dalla realizzazione dell'abuso, il titolare attuale non sia responsabile dell'abuso e il trasferimento non denoti intenti elusivi dell'onere di ripristino. Inoltre, la mera inerzia da parte dell'amministrazione nell'esercizio di un potere/dovere finalizzato alla tutela di rilevanti finalità di interesse pubblico non è idonea a far divenire legittimo ciò che è sin dall'origine illegittimo, né a radicare un affidamento di carattere legittimo in capo al proprietario dell'abuso, giammai destinatario di un atto amministrativo favorevole idoneo a ingenerare un'aspettativa giuridicamente qualificata. L'ordine di demolizione deve essere rivolto anche nei confronti di chi utilizzi o abbia la disponibilità dell'opera abusiva quale soggetto in grado di porre fine alla situazione antigiuridica, indipendentemente dal coinvolgimento o meno nella realizzazione dell'abuso, in considerazione del carattere ripristinatorio della disposta demolizione. Infine, la mancata denuncia di inizio attività, ove non comporti incremento volumetrico, non legittima la sola irrogazione di una sanzione pecuniaria, ma giustifica comunque la demolizione, in quanto l'opera è stata realizzata in assenza di autorizzazione paesaggistica.

Sentenza completa

Pubblicato il 16/03/2018

N. 00319/2018 REG.PROV.COLL.

N. 01060/2010 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia

sezione staccata di Brescia (Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1060 del 2010, proposto da:
Lari Daccordi, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso il suo studio in Brescia, p.za Vittoria, 11;

contro

Comune di Salo', in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso il suo studio in Brescia, v.le Stazione, 37;

per l'annullamento

dell'ordinanza n. 96/10 del 25.6.2010, con cui è ingiunta la demolizione e rimessa in pristino delle opere edilizie abusivamente realizzate, nonchè di ogni altro att…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.