Cassazione penale Sez. III sentenza n. 25629 del 6 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:25629PEN

Massima

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Il possesso di beni culturali appartenenti allo Stato, anche se acquisiti in buona fede da terzi, integra il reato di impossessamento di cui all'art. 176 del D.Lgs. n. 42/2004, in quanto tali beni non possono entrare nel patrimonio privato. La consapevolezza della contraffazione di un marchio registrato, ai fini del reato di cui all'art. 474 c.p., può desumersi dalla mancata indicazione della provenienza e del prezzo di acquisto della merce, nonché dalla commistione con prodotti originali, in quanto tali elementi rivelano la volontà di occultare la contraffazione. Il giudice di merito può legittimamente ritenere integrati i suddetti reati, anche in assenza di specifiche prove sulla data di commissione, quando gli elementi acquisiti siano comunque idonei a dimostrare la responsabilità dell'imputato, ferma restando la possibilità di eccepire la prescrizione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LUPO Ernesto - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - rel. Consigliere

Dott. PETTI Ciro - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SE. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 802/2007 CORTE APPELLO SEZ.DIST. di TARANTO, del 09/12/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 08/06/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. AGOSTINO CORDOVA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. SALZANO Francesco, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per prescrizione.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

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