Cassazione penale Sez. I sentenza n. 793 del 8 ottobre 1985

ECLI:IT:CASS:1985:793PEN

Massima

Massima ufficiale
La misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza cosiddetta semplice e quelle qualificate dall'obbligo di soggiorno in un determinato comune ovvero dal divieto di soggiorno in uno o più comuni o in una o più province - pur costituendo autonome figure giuridiche, tra loro distinte sia sotto il profilo sostanziale che sotto quello processuale ai fini della contestazione della proposta e della necessaria correlazione di questa con la decisione - presentano, se esaminate dal punto di vista del loro contenuto, una parte comune costituita dalla imposizione, nei confronti di un soggetto, di una serie di obblighi enunciati tra le prescrizioni che lo stesso deve rispettare e che definiscono il particolare "status" del "sorvegliato speciale". a questi obblighi comuni alle tre misure di prevenzione - ossia, come dice la legge, a questa "sorveglianza speciale" - può essere aggiunto, secondo i casi, il divieto o l'obbligo di soggiorno; prescrizioni, queste, che concernono, quindi, con carattere contenutistico essenziale e specializzante, esclusivamente e rispettivamente, le più gravi e qualificate misure di prevenzione. Perché si abbia violazione di queste più gravi misure - e perché, quindi, possa sussistere il più grave reato previsto ora a titolo di delitto dal secondo comma dell'art. 9 della legge n. 1423 del 1956 - è necessario che sussista la violazione, secondo i casi, dell'obbligo o del divieto di soggiorno, mentre la violazione degli altri obblighi, che definiscono lo "status" del "sorvegliato speciale", integrano la contravvenzione prevista e punita dal primo comma del citato articolo, quale che sia stato il tipo di misura, semplice o qualificata, in concreto imposta.

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