Cassazione penale Sez. II sentenza n. 21685 del 17 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:21685PEN

Massima

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Il delitto di truffa si configura quando l'agente, mediante artifici o raggiri idonei a indurre in errore la persona offesa, la determina a compiere un atto di disposizione patrimoniale, cagionandole un danno. L'artificio o il raggiro devono essere precedenti o concomitanti alla conclusione del contratto e devono aver avuto un'efficacia causale nella determinazione della vittima a concludere il negozio. Pertanto, l'invio di una falsa attestazione concernente l'avvenuta annotazione del trasferimento di proprietà di un veicolo, effettuato dopo la conclusione del contratto di compravendita, non integra gli estremi del delitto di truffa, in quanto tale condotta non ha avuto alcuna incidenza sulla decisione della vittima di concludere il contratto. Tuttavia, il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato, purché la motivazione sia logica e coerente con le risultanze processuali. Inoltre, il giudice di merito ha il potere di apprezzare discrezionalmente la concessione delle attenuanti generiche, tenendo conto di tutti gli elementi indicati nell'art. 133 c.p., la cui motivazione è insindacabile in sede di legittimità, salvo che non risulti contraddittoria o priva di adeguata giustificazione. Infine, la declaratoria di prescrizione del reato è preclusa quando il rapporto processuale non si è validamente instaurato, in quanto l'inammissibilità del ricorso per cassazione costituisce un ostacolo logico all'accertamento della causa estintiva del reato ai sensi dell'art. 129 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - rel. Consigliere

Dott. DE SANTIS ((omissis)) - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

Dott. MONACO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:;
avverso la sentenza del 30/10/2017 della Corte d'appello di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)) che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appello di Palermo, con sentenza in data 30 ottobre 2017, confermava la c…

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