Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35023 del 20 agosto 2015

ECLI:IT:CASS:2015:35023PEN

Massima

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Le espressioni ingiuriose e minacciose, anche se pronunciate in un contesto familiare conflittuale, integrano il reato di ingiuria e minaccia, salvo che non ricorrano specifiche cause di giustificazione, come l'esercizio di un diritto o l'adempimento di un dovere. Il dolo del reato di ingiuria non è escluso dalla mera sussistenza di uno stato d'animo di reazione a precedenti offese o ingiustizie subite, essendo necessario che la reazione sia proporzionata e immediata rispetto al fatto che la ha provocata. Inoltre, la gravità della minaccia ai fini del reato di minaccia va valutata in relazione al contesto in cui è stata pronunciata, tenendo conto della concreta idoneità della stessa a determinare un grave turbamento psicologico nella persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 100004/2013 TRIBUNALE di CALTAGIRONE, del 26/06/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/06/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione dott. DELEHAYE Enrico, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito altresi' per il ricorrente l&#x…

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