La demolizione e ricostruzione di un fabbricato esistente, con modifica della sagoma e aumento della volumetria, non può essere qualificata come intervento di ristrutturazione edilizia, ma costituisce piuttosto una sostituzione edilizia, non ammissibile a finanziamento nell'ambito di un programma di aiuti comunitari destinati al recupero e all'adeguamento di fabbricati aziendali esistenti per l'esercizio dell'attività agrituristica. La normativa comunitaria che disciplina tali aiuti, pur utilizzando il termine "ristrutturazione", si riferisce esclusivamente a interventi di natura conservativa del patrimonio edilizio esistente, finalizzati all'adeguamento igienico-sanitario e tecnologico degli edifici rurali per consentirne l'utilizzo a fini agrituristici, senza consentire la demolizione e ricostruzione con modifiche volumetriche e planimetriche. L'amministrazione, pertanto, è legittimata a negare il finanziamento per un intervento edilizio che, per le sue caratteristiche, non rientra nella nozione di ristrutturazione prevista dalla normativa comunitaria di riferimento, anche qualora tale intervento sia stato autorizzato a livello locale come ristrutturazione edilizia ai sensi della disciplina urbanistica nazionale e regionale.