Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28091 del 26 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28091PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. si configura anche in presenza di una "mafia silente", purché l'organizzazione sul territorio, la distinzione di ruoli, i rituali di affiliazione, il livello organizzativo e programmatico raggiunto, lascino concretamente presagire la prossima realizzazione di reati-fine dell'associazione, concretando la presenza del "marchio" (come nel caso della 'ndrangheta), in una sorta di "franchising" tra "province" e "locali" che consente di ritenere sussistente il pericolo presunto per l'ordine pubblico che costituisce la ratio del reato. La forza di intimidazione e il metodo mafioso possono essere desunti da una serie di elementi indiziari, quali i rituali di affiliazione, le attività di mediazione e intimidazione, il sostegno elettorale a candidati graditi all'organizzazione, l'inquinamento della democrazia rappresentativa negli enti pubblici territoriali attraverso l'accordo tra la consorteria e l'aspirante consigliere comunale, nella prospettiva di iniziative amministrative favorevoli a specifici personaggi, adottate in violazione delle regole giuridiche e in conformità alle regole del più forte. Ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, la valutazione degli indizi di colpevolezza deve essere condotta con minor rigore rispetto a quanto richiesto per il giudizio di condanna, essendo sufficiente qualunque elemento probatorio idoneo a fondare un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2203/2012 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 09/11/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FERDINANDO LIGNOLA;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, dr. ((omissis)), ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

per il ricorrente e' presente l'avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), che chiede l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO<…

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