Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso i provvedimenti sanzionatori adottati dal Comune nei confronti di un'attività di somministrazione di alimenti e bevande, ha affermato il principio secondo cui la giurisdizione in materia di applicazione della sanzione accessoria di chiusura dell'esercizio, prevista dall'art. 3, comma 17, della legge n. 94 del 2009, spetta al giudice amministrativo, in quanto tale sanzione ha natura ripristinatoria e non meramente afflittiva. Ciò in quanto la scelta del legislatore di utilizzare il verbo "può" nell'attribuire al Sindaco il potere di adottare tali misure, anziché il verbo "deve", comporta che si è in presenza di un potere discrezionale e non di un potere vincolato, con la conseguente attribuzione della giurisdizione al giudice amministrativo. Tuttavia, il ricorso è stato dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, in quanto il periodo di chiusura dell'esercizio disposto dal provvedimento impugnato era già trascorso al momento della decisione, non essendo stata sollevata alcuna osservazione in merito dal difensore della parte ricorrente.