Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19935 del 14 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:19935PEN

Massima

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Il divieto di concessione di benefici penitenziari, previsto dall'art. 4-bis dell'Ordinamento Penitenziario, opera anche quando l'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991 non sia stata formalmente contestata, ma risulti accertata attraverso l'esame del contenuto della sentenza di condanna, in quanto tale disposizione si riferisce a tutti i "delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis c.p. ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni in esso previste", indipendentemente dalla formale contestazione dell'aggravante. Tale disciplina, in quanto attinente alle sole modalità di esecuzione della pena, trova immediata applicazione anche ai fatti e alle condanne pregresse, in coerenza con la ratio di sanzionare con un regime detentivo più severo le condanne per reati di maggiore gravità e allarme sociale, tra cui quelli commessi con modalità o finalità sostanzialmente mafiose. Pertanto, il giudice di sorveglianza, nel verificare i requisiti di ammissibilità dei benefici penitenziari, è tenuto a valutare la riconducibilità dei reati commessi dal condannato nell'ambito di quelli ostativi, sulla base del contenuto della sentenza di condanna, a prescindere dalla formale contestazione dell'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2262/2011 TRIBUNALE SORVEGLIANZA di L'AQUILA del 15/05/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Angela Tardio;

lette le conclusioni del Procuratore Generale Dott. Giovanni D'Angelo, che ha chiesto il rigetto del ricorso e la condanna della parte ricorrente al pagamento delle spese del procedimento.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 15 maggio 2012, il Tribunale di sorveglianza …

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