Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 33590 del 4 settembre 2024

ECLI:IT:CASS:2024:33590PEN

Massima

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Il reato di strage si configura quando l'agente, con condotte idonee a esporre a pericolo la pubblica incolumità, si rappresenti e persegua, oltre alla finalità specifica di uccidere almeno una persona, anche la consapevolezza delle alte capacità lesive dell'ordigno utilizzato e della ineludibile compresenza, dato il luogo prescelto, di altri soggetti. A tal fine, non è dirimente l'avvenuto utilizzo di mezzi dalla intrinseca capacità distruttiva, quanto piuttosto la verifica delle concrete modalità del fatto, valutate in base alle circostanze di contesto, che denotino la volontà di uccidere una persona e di esporre a pericolo altre. Pertanto, integra il delitto di strage la condotta di coloro che, in concorso, abbiano parcheggiato un'autovettura rubata contenente bombole di gas aperte e materiale infiammabile in prossimità di un'abitazione, appiccando il fuoco, in quanto tale azione risulta idonea a cagionare un concreto pericolo per la pubblica incolumità, a prescindere dall'effettiva verificazione dell'evento lesivo. L'elemento psicologico del reato di strage richiede che l'agente si rappresenti e persegua, oltre alla finalità specifica di uccidere almeno una persona, anche la consapevolezza, in virtù delle modalità prescelte e secondo un dato empirico di piena evidenza, delle alte capacità lesive dell'ordigno utilizzato e della ineludibile compresenza, dato il luogo prescelto, di altri soggetti. Pertanto, il concorrente che abbia consapevolmente contribuito alla realizzazione di una condotta idonea a esporre a pericolo la pubblica incolumità, partecipando attivamente alle fasi preparatorie e di esecuzione dell'azione criminosa, risponde del delitto di strage, a prescindere dalla mancata verificazione dell'evento lesivo. La scelta della misura cautelare della custodia in carcere risulta adeguatamente motivata, in presenza di gravi indizi di colpevolezza per il delitto di strage, dalla particolare gravità del fatto, dalla spregiudicatezza dimostrata dall'indagato nella pianificazione di un atto che avrebbe potuto comportare la morte di un numero indeterminato di persone, nonché dall'assenza di qualsiasi resipiscenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da

Dott. DE AMICIS Gaetano - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

Dott. DI NICOLA TRAVAGLINI Paola - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Di.Gi., nato a C il (Omissis)
avverso l'ordinanza del 26-03-2024 del Tribunale di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dalla Consigliera Paola Di Nicola Travaglini;
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona della Sostituta Procuratrice generale, Cristina Marzagalli, che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata;
udito l'Avvocato Pi.Ma., difensore del ricorrente, che ha chiesto l'accoglimento dei motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO

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