Il giudizio di valutazione di impatto ambientale (VIA) è connotato da un elevato grado di discrezionalità tecnico-amministrativa, che non si esaurisce in un mero giudizio tecnico, ma implica una complessa e approfondita analisi comparativa tesa a valutare il sacrificio ambientale imposto rispetto all'utilità socio-economica, tenuto conto anche delle alternative possibili e dei riflessi sulla c.d. opzione-zero. L'Amministrazione, nell'esercizio di tale discrezionalità, può legittimamente condividere e fare propri i pareri sfavorevoli espressi dagli enti competenti, senza necessità di una autonoma e ulteriore motivazione, salvo che non si ravvisino vizi di manifesta illogicità, irragionevolezza o travisamento dei fatti. Il giudizio di compatibilità ambientale deve pertanto operare un bilanciamento tra i molteplici interessi pubblici (urbanistici, naturalistici, paesistici, nonché di sviluppo economico-sociale) e privati, potendo legittimamente prevalere la tutela di beni paesaggistici, archeologici e monumentali, nonché di aspetti geomorfologici e rurali caratterizzanti il territorio, anche in presenza di precedenti interventi di antropizzazione, in applicazione del principio di precauzione volto a prevenire rischi anche solo potenziali per la salute e la pubblica incolumità.