La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: Nei delitti di ingiuria e diffamazione, la scriminante della provocazione postula che la risposta reattiva sia pronta e immediata, nel perdurare dello stato d'ira, senza che sia necessario che essa avvenga nello stesso momento in cui si riceve l'offesa, essendo sufficiente che la reazione abbia luogo finché duri lo stato di reazione suscitato dal fatto provocatorio, a nulla rilevando che sia trascorso del tempo, ove il ritardo nel dare la risposta sia dipeso unicamente dalla natura e dalle esigenze proprie degli strumenti adoperati per ritorcere l'offesa. Pertanto, il concetto di immediatezza ai fini della predetta esimente va inteso in senso relativo, non richiedendosi che la reazione si manifesti nello stesso istante in cui si verifica il fatto provocatorio, ma essendo sufficiente che essa intervenga finché perdura lo stato d'ira determinato dall'offesa subita, a condizione che il ritardo sia giustificato dalle modalità di reazione prescelte.