Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di appello che ha confermato il fallimento di una società, afferma che la verifica della sussistenza dei requisiti di non fallibilità di cui all'art. 1, comma 2, l. fall. non è soggetta a particolari preclusioni o limitazioni. Pertanto, il giudice di merito deve valutare l'intera documentazione contabile e patrimoniale prodotta dalla società, ivi comprese le scritture contabili, la corrispondenza d'impresa e gli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza in sede prefallimentare, senza limitarsi alla sola valutazione di eventuali irregolarità formali di alcuni registri. L'omesso esame di tale documentazione, rilevante ai fini della dimostrazione del mancato superamento delle soglie dimensionali previste dalla legge fallimentare, costituisce un vizio della sentenza che ne determina la cassazione con rinvio ad altro giudice di appello per il suo riesame.