Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 52668 del 22 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:52668PEN

Massima

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Il reato di oltraggio a pubblico ufficiale di cui all'art. 341-bis c.p. sussiste quando la condotta dell'imputato, consistente nell'apostrofare in maniera arrogante il pubblico ufficiale con minaccia di denunciarlo e di fargli comunque pagare le conseguenze, determina una obiettiva deminutio del prestigio e della considerazione sociale che deve sempre assistere l'esplicazione di una pubblica funzione, purché attuata in maniera non arbitraria. La sussistenza del reato comporta il riconoscimento di un danno, anche solo morale, in capo al soggetto passivo dell'illecito, con conseguente obbligo di risarcimento. La richiesta di sostituzione della pena detentiva con quella pecuniaria, ai sensi della L. n. 689 del 1981, art. 53 e ss., costituisce una mera richiesta e non un motivo di appello, sicché il giudice di secondo grado può legittimamente disattenderla con una motivazione sintetica, tenuto conto anche del carattere facoltativo di tale istituto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - rel. Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 839/13 Corte di Appello di Perugia del 16/05/2017;
esaminati gli atti e letti il ricorso ed il provvedimento decisorio impugnato;
udita la relazione del Consigliere Dr. O. Villoni;
sentito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dr. Salzano F., che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per prescrizione;
sentito il difensore del ricorrente, avv. (OMISSIS) in…

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