Il sequestro probatorio di denaro, anche quando il denaro costituisce il corpo del reato, richiede una specifica motivazione in ordine alla finalità probatoria perseguita per l'accertamento dei fatti, non essendo sufficiente il mero richiamo alla natura di corpo del reato. La mancanza di tale motivazione comporta l'annullamento senza rinvio del decreto di sequestro e dell'ordinanza di convalida, in quanto il denaro, pur essendo privo di connotazioni identificative, non esprime in sé l'esigenza probatoria, salvo che le banconote o le monete sequestrate abbiano una specifica connotazione identificativa in relazione al fatto da provare. Ciò non contrasta tuttavia con il principio per cui, una volta disposto il sequestro probatorio, la successiva restituzione del denaro all'interessato è esclusa dal disposto dell'art. 324, comma 7, c.p.p., trattandosi di cosa oggetto di confisca obbligatoria ai sensi dell'art. 648-quater c.p., che costituisce ipotesi speciale rispetto a quella prevista dall'art. 240, comma 2, c.p.