Cassazione penale Sez. II sentenza n. 35464 del 23 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35464PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, può essere desunto dalla gravità e modalità di esecuzione del fatto, dalla personalità dell'indagato e dai suoi precedenti penali, senza che il mero decorso del tempo dalla commissione del reato escluda automaticamente tale pericolo, purché la motivazione del provvedimento cautelare sia logica, esaustiva e non contraddittoria. La valutazione delle esigenze cautelari e dell'adeguatezza della misura applicata rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui apprezzamento è sindacabile in sede di legittimità solo ove risulti manifestamente illogico o privo di adeguata motivazione. Il ricorso per cassazione che si limiti a contestare nel merito tale valutazione, senza indicare specifici vizi logici o giuridici del provvedimento impugnato, è pertanto inammissibile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. (OMISSIS), quale difensore di (OMISSIS) (n. il (OMISSIS));

avverso l'ordinanza del Tribunale di Catanzaro, in data 02/11/2012;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. ((omissis)).

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza del 20/09/2012, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro dispose la misura ca…

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