Il sequestro probatorio di beni può essere legittimamente disposto dal giudice quando sussistono sufficienti elementi per ritenere che gli stessi siano pertinenti ai reati ipotizzati e che il loro esame sia necessario per le esigenze probatorie, senza che il giudice debba entrare nel merito della concreta fondatezza dell'accusa. Infatti, il sindacato del giudice di legittimità in materia di misure cautelari reali e di sequestro probatorio è limitato alla sola verifica dell'astratta possibilità di sussumere il fatto attribuito ad un soggetto in una determinata ipotesi di reato, senza poter valutare la concreta fondatezza dell'accusa, essendo tale valutazione riservata al giudice del merito. Pertanto, il sequestro probatorio è legittimo quando risultino integrati i presupposti di cui all'art. 253 c.p.p., ovvero l'esistenza del fumus commissi delicti in relazione ai reati ipotizzati e la necessità di eseguire accertamenti tecnici sulle cose sequestrate per le esigenze probatorie, senza che il giudice debba entrare nel merito della fondatezza dell'accusa, la quale sarà oggetto di valutazione nel successivo giudizio di merito.