Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 11393 del 18 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:11393PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nell'esercizio delle proprie funzioni di maneggio, custodia e contabilizzazione di denaro pubblico, si appropria fraudolentemente di tale denaro, commette il reato di peculato. Ciò in quanto l'attività svolta, anche se in forma privatistica, persegue finalità pubbliche e rientra nell'ambito di applicazione dell'art. 358 c.p., a prescindere dalla posizione apicale o meramente esecutiva rivestita dal soggetto agente. Pertanto, la qualifica soggettiva di incaricato di pubblico servizio sussiste in capo al dipendente di una società a capitale pubblico che, in forza di un rapporto concessorio con l'ente locale, svolge attività di gestione e riscossione di proventi relativi a servizi pubblici, essendo tali attività disciplinate da normativa pubblicistica e finalizzate alla cura di interessi della collettività. In tale contesto, l'appropriazione indebita del denaro pubblico raccolto e custodito dal dipendente nell'esercizio delle sue mansioni integra il reato di peculato, a prescindere dalla circostanza che altri soggetti avessero accesso alle chiavi dei parcometri o che parte del denaro fosse successivamente oggetto di ulteriori manipolazioni da parte di altri dipendenti. Ciò in quanto il peculato si consuma nel momento in cui il pubblico agente distrae fraudolentemente, anche solo in parte, il denaro di cui aveva la disponibilità in ragione del suo ufficio, senza che assumano rilievo eventuali condotte successive nella gestione del denaro.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. BASSI Alessand - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2598/2013 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 05/06/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/01/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PATERNO' RADDUSA BENEDETTO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. RIELLO che ha concluso per la reiezione del ricorso.

Udito, per la parte civile, l'Avv. (OMISSIS) che si e' richiamato alla memoria …

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