Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18281 del 2 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:18281PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Le espressioni utilizzate in un messaggio, anche se potenzialmente idonee a ledere la reputazione di un soggetto, non integrano il reato di diffamazione qualora, sulla base di una valutazione complessiva del contesto e del tenore letterale delle frasi, non risulti che il messaggio fosse diretto in modo specifico e individuabile a identificare quel soggetto come destinatario delle espressioni offensive. Ai fini dell'integrazione del reato di diffamazione, è necessario che il soggetto leso possa ragionevolmente ritenersi il destinatario delle espressioni diffamatorie, non essendo sufficiente una mera riferibilità generica delle stesse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V.S - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) parte civile;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/01/2018 del TRIBUNALE di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Carlo Zaza;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Epidendio Tomaso, che ha concluso per il rigetto de…

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