Cassazione penale Sez. I sentenza n. 15878 del 9 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:15878PEN

Massima

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L'aggravante della finalità di agevolare l'attività di un'associazione mafiosa, contestata ai sensi dell'art. 7 della Legge n. 203 del 1991 o dell'art. 61, n. 1, c.p., comporta l'inapplicabilità dell'indulto previsto dalla Legge n. 241 del 2006, a prescindere dalla concreta incidenza di tale circostanza aggravante sulla determinazione della pena. Ciò in quanto la contestazione della finalità mafiosa, quale espressione di un maggiore disvalore del reato, è sufficiente a integrare la causa ostativa all'applicazione dell'indulto, senza che rilevi la sua effettiva influenza sulla quantificazione della sanzione. Tale principio, affermato dalla giurisprudenza di legittimità, costituisce un giudicato esecutivo che non può essere superato, neppure attraverso la correzione di eventuali errori materiali contenuti nelle pronunce precedenti, in quanto attiene a una valutazione di puro diritto non più censurabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera M. - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 127/2011 CORTE ASSISE APPELLO di CATANIA, del 27/05/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERA MARIA SEVERINA CAPRIOGLIO;

lette le conclusioni del PG di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 27.5.2013 la corte d'assise d'appello di Catania rigettava l'opposizione interposta da (OMISSIS) (condannato ad anni venti di reclusione per omic…

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