Cassazione penale Sez. III sentenza n. 20260 del 15 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:20260PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di una sentenza di merito, non può procedere a una nuova valutazione degli elementi di prova o a una diversa ricostruzione dei fatti, ma deve limitarsi a verificare la coerenza logica e la congruità argomentativa della motivazione rispetto agli atti processuali, senza poter sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito. Il vizio di motivazione denunciabile in cassazione deve essere di macroscopica evidenza, tale da risultare percepibile ictu oculi, senza che il giudice di legittimità possa entrare nel merito delle valutazioni probatorie effettuate dal giudice di appello. Pertanto, le doglianze che si risolvono in una mera richiesta di una diversa valutazione del compendio probatorio sono inammissibili in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. MULLIRI Guicla - Consigliere

Dott. PEZZELLA Vincenzo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 48/2010 CORTE ASSISE APPELLO di MILANO, del 21/11/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/03/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VINCENZO PEZZELLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del proposto ricorso;

uditi i difensori avv. (OMISSIS) e avv. (OMISSIS), che hanno insistito per l'accoglimento del …

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