Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46844 del 12 dicembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:46844PEN

Massima

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Il reato di minaccia, di cui all'art. 612 c.p., comma 1, sussiste quando l'agente, con parole o comportamenti, crea nella vittima il timore di un male ingiusto e grave, tale da incidere sulla sua libertà di autodeterminazione, anche se le minacce appaiono astrattamente risibili o prive di concreta possibilità di realizzazione, attesa la sproporzione tra la posizione dell'agente e quella della persona offesa. Ai fini della configurabilità del reato, non rileva la concreta capacità dell'agente di porre in essere la minaccia, essendo sufficiente che la condotta sia idonea a suscitare nella vittima un fondato timore per la propria incolumità o libertà. Il giudizio di colpevolezza non può essere sindacato in sede di legittimità attraverso il confronto diretto con elementi probatori o indiziari, essendo precluso al giudice di cassazione ogni apprezzamento di merito sulla valutazione della prova effettuata dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. SESSA Renata - rel. Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 01/06/2022 del GIUDICE DI PACE di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. SESSA RENATA;
il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. MASTROBERARDINO PAOLA, ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con sentenza del 1.6.2022 il Giudice di Pace di Roma ha dichiarato (OMISSIS) colpevole del reato di cui all'ar…

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