Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8216 del 20 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:8216PEN

Massima

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La misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza può essere applicata anche nei confronti di soggetti indiziati di appartenenza ad associazioni di tipo mafioso, purché sia accertata l'attualità della loro pericolosità sociale. A tal fine, il giudice deve valutare non solo l'eventuale decorso di un rilevante periodo di tempo dall'ultimo fatto sintomatico dell'appartenenza al sodalizio criminale, ma anche ogni altro elemento di fatto idoneo a mutare la valutazione di partecipazione al gruppo associativo, come il cambiamento delle condizioni di vita del proposto. Anche la mera disponibilità al colloquio con il personale penitenziario, ove non accompagnata da un effettivo e concreto ripudio delle logiche di prevaricazione proprie dell'associazione mafiosa, non può essere considerata indice univoco di un definitivo distacco dal contesto criminale di riferimento. La valutazione della persistente pericolosità sociale del soggetto deve essere adeguatamente motivata dal giudice, senza che possa ritenersi "apparente" una motivazione che, pur sintetica, risulti comunque coerente con i principi giurisprudenziali in materia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. SCOTTI ((omissis)) - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 07/06/2016 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa SCORDAMAGLIA IRENE;
lette le conclusioni del P.G., in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott.ssa ZACCO Franca, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con il decreto in data 7 giugno 2016, la Corte di appello di Napoli, in riforma del decreto del Tribunale …

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