Cassazione penale Sez. I sentenza n. 56367 del 18 dicembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:56367PEN

Massima

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La confisca dei beni di cui il condannato per determinati reati non sia in grado di giustificare la provenienza può essere disposta anche dal giudice dell'esecuzione, a norma degli articoli 676 c.p.p. e 667 c.p.p., comma 4, ovvero all'esito di procedura in contraddittorio a norma dell'articolo 666 c.p.p., salvo che sulla questione non abbia già provveduto il giudice della cognizione, con conseguente preclusione processuale. Tale confisca obbligatoria non richiede il previo sequestro preventivo dei beni né un nesso di pertinenzialità o derivazione rispetto al reato per cui si è proceduto, essendo sufficiente la prova dell'esistenza di una sproporzione tra il valore economico dei beni nella disponibilità del condannato e il reddito da lui dichiarato o i proventi della sua attività economica, senza che risulti una giustificazione credibile circa la provenienza di tali beni. I limiti temporali della confisca da parte del giudice dell'esecuzione riguardano esclusivamente la data della sentenza di condanna, nel senso che la confisca non può essere disposta in relazione a beni acquistati dal condannato dopo tale data. L'interessato può superare la presunzione di illecita accumulazione patrimoniale dimostrando la legittima provenienza dei beni sulla base di specifiche e verificate allegazioni circa l'esistenza di redditi leciti proporzionati all'acquisto, ma in mancanza di tali allegazioni il giudice può procedere alla confisca.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. BARONE Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 25/10/2016 della CORTE APPELLO di BARI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIACOMO ROCCHI;
lette le conclusioni del PG Dr. ((omissis)) che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza indicata in epigrafe, la Corte di assise di appello di Bari, in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettava l'opposizione proposta dal difensore di (OMISSIS), condannat…

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