Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 43644 del 24 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:43644PEN

Massima

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Il possesso di un bene mobile altrui, di cui si è consapevoli dell'appartenenza a terzi, integra il reato di furto anche in assenza di una formale procedura esecutiva o di un titolo giuridico che ne legittimi il possesso, qualora l'agente si impossessi del bene senza alcuna ragionevole pretesa di esercitare un diritto, essendo a conoscenza che il bene appartiene ad altri e che non può vantare alcun titolo su di esso. L'onere di provare l'alienità del bene oggetto di sottrazione grava sull'accusa, mentre l'imputato non è tenuto a dimostrare la propria legittima proprietà o detenzione, essendo sufficiente che l'accusa non abbia fornito la prova dell'altrui appartenenza del bene. Il dolo del reato di furto può essere desunto anche da circostanze oggettive, come il comportamento tenuto dall'imputato al momento del fatto, che rivelino la consapevolezza dell'agente di impossessarsi indebitamente di un bene altrui, senza che sia necessaria la prova di una specifica conoscenza del vincolo giuridico che grava sul bene.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARZANO Francesco - Presidente

Dott. FOTI Giacomo - Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. MARINELLI Felicetta - Consigliere

Dott. BLAIOTTA Rocco Mar - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SC. FR. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 835/2008 CORTE APPELLO di CAGLIARI, del 14/01/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/10/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROCCO MARCO BLAIOTTA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SALVI Giovanni che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. Filippini, che ha chiesto l'…

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