Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'amministrazione, nell'esercitare i propri poteri di occupazione temporanea di un'area sottoposta a vincolo archeologico, deve contemperare il pubblico interesse alla tutela del patrimonio culturale con il diritto di proprietà privata, adottando la soluzione idonea e adeguata che comporti il minor sacrificio possibile per gli interessi in gioco. Pertanto, l'occupazione temporanea non può riguardare l'intera area di proprietà privata, ma solo la porzione strettamente necessaria per l'effettuazione delle indagini archeologiche, tenendo conto anche della possibilità di utilizzare tecniche di indagine non invasive, come le prospezioni geoelettriche, che non richiedono scavi. L'amministrazione ha l'obbligo di motivare adeguatamente la proporzionalità e l'adeguatezza del provvedimento di occupazione rispetto alle esigenze di tutela del patrimonio culturale, effettuando una ponderazione comparativa degli interessi pubblici e privati in gioco. La mancata comunicazione dell'avvio del procedimento di occupazione temporanea, che precluda al privato la possibilità di partecipare utilmente al procedimento, determina l'illegittimità del provvedimento finale.