Il delitto di truffa aggravata in danno di ente pubblico si configura quando un soggetto, mediante artifici e raggiri consistenti nel dichiarare falsamente il possesso dei requisiti professionali necessari per l'assunzione, induce in errore la pubblica amministrazione inducendola a stipulare un contratto di lavoro che non avrebbe altrimenti concluso. In tal caso, la riscossione degli importi liquidati quale corrispettivo delle prestazioni lavorative effettuate da tale soggetto privo dei necessari requisiti costituisce ingiusto profitto per l'agente, mentre il danno per l'ente pubblico consiste nell'esborso di denaro pubblico in cambio di servizi espletati da personale non qualificato. Pertanto, il reato di truffa si configura come reato a consumazione prolungata, perdurando fino alla cessazione dei pagamenti effettuati dall'amministrazione. Inoltre, il possesso illecito del modulo utilizzato per formare il falso titolo abilitativo integra il reato di ricettazione, essendo sufficiente la prova logica della provenienza illecita del bene, senza necessità di accertare il reato presupposto.