Il parere negativo della Soprintendenza al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica per la realizzazione di un impianto serricolo di notevoli dimensioni (62.497 mq) è legittimo, in quanto trattandosi di un intervento di nuova costruzione che determina un nuovo, significativo ingombro volumetrico e di superficie, non è suscettibile di essere ammesso alla particolare procedura di accertamento postumo della compatibilità paesaggistica ex art. 167, comma 1, lett. a) e c), del D.Lgs. n. 42/2004. Gli impianti serricoli, anche se funzionali allo sviluppo delle attività agricole, qualora di rilevanti dimensioni, non rientrano nelle eccezioni tassative previste dalla legge per la sanabilità ex post degli abusi paesaggistici, in quanto la loro realizzazione, creando nuovo volume e nuova superficie, incide in modo stabile sull'originario assetto del territorio vincolato, modificandone la conformazione. Pertanto, il parere negativo della Soprintendenza, nell'esercizio del suo potere consultivo, risulta pienamente legittimo, non potendosi in alcun modo ammettere la sanatoria postuma di un intervento di tale portata, in quanto ciò contrasterebbe con la ratio legis di precludere qualsiasi forma di legittimazione del "fatto compiuto" in materia paesaggistica, ove l'esame di compatibilità deve sempre precedere la realizzazione dell'opera. Né rileva, ai fini della sanabilità, la circostanza che le opere siano reversibili o realizzate con materiali che consentano la visione e il controllo delle colture, atteso che il concetto di "superficie utile" ai fini della tutela paesaggistica ha un significato più ampio rispetto alla disciplina edilizia, ricomprendendo qualsiasi opera calpestabile o sfruttabile, in grado di modificare stabilmente la conformazione originaria del territorio vincolato.