Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35545 del 26 settembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:35545PEN

Massima

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Il concorso del privato cittadino nella formazione di un atto pubblico falso, mediante la consapevole prestazione di false dichiarazioni, integra il reato di cui agli articoli 110 e 479 del codice penale, a prescindere dal fatto che la materiale redazione dell'atto sia stata effettuata dal pubblico ufficiale. Ciò in quanto la falsa dichiarazione del privato costituisce un elemento essenziale che concorre a formare l'attestazione del pubblico ufficiale, la quale risulta viziata da informazioni non veritiere fornite dal concorrente. Tale fattispecie si differenzia dalla previsione di cui all'articolo 483 del codice penale, che disciplina il caso in cui il pubblico ufficiale si limiti a trascrivere la dichiarazione ricevuta, senza assumerla come presupposto di fatto dell'atto pubblico. Pertanto, il reato di cui agli articoli 110 e 479 del codice penale non è soggetto alla prescrizione breve prevista per il reato di cui all'articolo 483 del codice penale, ma a quella ordinaria relativa al reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) EL. FR. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 21/10/2005 CORTE APPELLO di MESSINA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. FUMO MAURIZIO;

udito il PG in persona del Sost. Proc. Gen. Dr. A. Mura, il quale ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso;

udito il difensore avv. G. Liuzzi in sosti…

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