Il giudice penale, pur pronunciando il proscioglimento dell'imputato per intervenuta abrogazione del reato contestato, è comunque tenuto a pronunciarsi sulla questione della falsità del documento contraffatto, ai sensi dell'art. 537 c.p.p., quarto comma, in quanto tale pronuncia è necessaria per tutelare gli interessi delle parti civili costituite nel processo. Ciò in quanto la declaratoria di falsità del documento, pur a fronte del proscioglimento dell'imputato, consente alle parti civili di far valere i propri diritti in sede civile, essendo la pronuncia sulla falsità del documento autonoma rispetto all'accertamento della responsabilità penale. Il giudice, pertanto, non può esimersi dal pronunciarsi sulla questione della falsità documentale, anche quando il reato contestato sia stato abrogato, dovendo comunque tutelare gli interessi delle parti civili costituite, le quali hanno diritto ad ottenere una pronuncia sulla falsità del documento, a prescindere dall'esito del giudizio penale sull'imputato.