Cassazione penale Sez. III sentenza n. 32496 del 16 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:32496PEN

Massima

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Il proprietario di un immobile, a conoscenza dell'illiceità di ogni modifica in assenza di autorizzazione paesaggistica e del sequestro preventivo disposto dal giudice sui manufatti precedentemente realizzati, per i quali è stato nominato custode, è responsabile penalmente per la violazione dei sigilli apposti e per la realizzazione di ulteriori opere edilizie senza il necessario titolo abilitativo, anche qualora tali condotte siano state materialmente eseguite dal coniuge, in quanto il proprietario è tenuto a vigilare sull'immobile di sua proprietà e non può invocare l'estraneità alle condotte illecite del coniuge che vi risiede stabilmente e realizza opere funzionali al miglior godimento dell'edificio. La responsabilità penale del proprietario permane anche qualora egli non abbia materialmente eseguito le opere, ma le abbia quantomeno commissionate o autorizzate, essendo a conoscenza dell'illiceità delle stesse. Il reato di violazione di sigilli si consuma nel momento immediatamente successivo all'apposizione degli stessi, sicché, in assenza di prova di una diversa epoca di commissione, il relativo termine di prescrizione decorre da tale momento. Infine, l'applicazione del vincolo della continuazione tra più condotte delittuose può essere richiesta anche in sede esecutiva, qualora non sia stata disposta dal giudice del merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI NICOLA Vito - Presidente

Dott. SEMERARO Luca - Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - rel. Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata ad (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/2/2017 della Corte di appello di Firenze;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MENGONI Enrico;
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. MOLINO Pietro, che ha concluso chiedendo dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 27/2/2017, la Corte di appello di Firenze, in parziale riforma d…

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