La stazione appaltante, nell'ambito della propria discrezionalità, può legittimamente decidere di non procedere all'aggiudicazione di una gara d'appalto qualora ritenga che nessuna delle offerte presentate risulti conveniente o idonea in relazione all'oggetto del contratto, anche in presenza di un'offerta formalmente valida, purché tale valutazione sia adeguatamente motivata e non risulti manifestamente irragionevole, illogica o frutto di travisamento dei fatti. Tale potere, previsto dall'art. 81, comma 3, del d.lgs. n. 163/2006 (ora art. 95, comma 12, del d.lgs. n. 50/2016), consente alla stazione appaltante di effettuare una valutazione complessiva dell'offerta, senza essere vincolata ai soli esiti della valutazione tecnica operata dalla commissione di gara, purché tale valutazione sia adeguatamente motivata e non si traduca in una mera rivalutazione dei profili già esaminati dalla commissione. La stazione appaltante può quindi ritenere non conveniente o idonea un'offerta anche in presenza di un punteggio tecnico positivo, qualora ritenga che l'offerta nel suo complesso non sia in grado di soddisfare adeguatamente le esigenze della procedura, in relazione alle peculiarità e alla complessità dell'appalto. Il sindacato giurisdizionale su tale valutazione è limitato ai soli profili di manifesta irragionevolezza, illogicità o travisamento dei fatti.