Cassazione penale Sez. I sentenza n. 2707 del 27 luglio 1993

ECLI:IT:CASS:1993:2707PEN

Massima

Massima ufficiale
In tema di misure di prevenzione, l'avviso-diffida previsto dall'art. 4 legge n. 1423 del 1956 per l'applicazione di una misura di prevenzione (da ritenersi requisito di validità e non condizione di procedibilità della proposta nei casi in cui la stessa abbia riguardo alle ipotesi di pericolosità generica previste dalla detta legge), non è invece necessario nel caso in cui la proposta abbia riguardo ad ipotesi di pericolosità specifica previste dalla legislazione antimafia, giusto il disposto dell'art. 2 della legge n. 575 del 1965. Peraltro, qualora venga instaurato validamente procedimento in un caso in cui l'avviso non è necessario, l'eventuale accertamento nel corso di esso di una situazione diversa da quella inizialmente considerata e rientrante tra quelle di pericolosità generica non produce alcuna conseguenza anche se appunto la proposta non sia stata preceduta dall'avviso in questione. Infatti l'avviso che poteva mancare per l'addotta pericolosità specifica non diventa indispensabile se invece il giudice ritiene la sola pericolosità generica. (Fattispecie in cui il tribunale aveva applicato la misura di prevenzione pur senza avviso perché aveva considerato il proposto socialmente pericoloso in quanto indiziato di appartenenza ad una associazione camorristica e la Corte di appello ne aveva invece ritenuta la pericolosità "generica" per i frequenti rapporti con pregiudicati e per la commissione di una serie di furti applicando comunque la misura di prevenzione; la cassazione ha ritenuto corretto l'operato del giudice di appello sulla scorta del principio di cui in massima).

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