Le scelte di pianificazione urbanistica compiute dalle autorità preposte all'approvazione degli atti di pianificazione territoriale costituiscono esercizio di ampia discrezionalità amministrativa e sono sindacabili dal giudice amministrativo solo nei casi in cui risultino affette da manifesta illogicità, irragionevolezza o travisamento dei fatti, senza che possa configurarsi il vizio di eccesso di potere per disparità di trattamento basato sulla mera comparazione con la destinazione impressa agli immobili adiacenti. Pertanto, la classificazione di un'area come zona agricola (E2) anziché come zona edificabile (D2.2) prospiciente un asse viario principale, pur in presenza di una strada secondaria che lambisce il fondo, non è censurabile ove tale scelta risulti coerente con le definizioni contenute nelle norme tecniche di attuazione del piano urbanistico e risponda all'esigenza di soddisfare le necessità strettamente connesse alle attività commerciali e direzionali, conservando la destinazione agricola per gli altri fondi non immediatamente prospicienti l'asse viario principale.