La destinazione d'uso di un immobile, originariamente assentita per finalità turistico-ricettive, non può essere unilateralmente modificata dal proprietario in uso residenziale, in assenza di un provvedimento amministrativo che ne autorizzi il mutamento. Ciò in quanto la normativa regionale vigente al momento della realizzazione dell'immobile (legge regionale Liguria n. 11/1982) qualificava tale struttura come "albergo residenziale", senza prevedere la possibilità di una trasformazione ad uso meramente abitativo. Il titolo edilizio rilasciato per la costruzione dell'immobile, che ne attestava la destinazione turistica, costituisce un elemento determinante per la qualificazione urbanistica dello stesso, prevalente rispetto ad eventuali classificazioni catastali o trattamenti tributari successivamente intervenuti. L'amministrazione comunale, pertanto, è legittimata ad adottare i provvedimenti necessari per il ripristino della destinazione d'uso originaria, senza che possa essere invocata l'impossibilità giuridica di eseguire tali misure in ragione dell'evoluzione del contesto turistico-ricettivo locale. La mancata reazione dell'amministrazione comunale in occasione di precedenti richieste di condono non vale a determinare una modifica della destinazione d'uso, in assenza di un provvedimento espresso in tal senso, atteso che l'attività amministrativa si era concentrata sulla sanatoria degli abusi edilizi, senza che fosse stata presentata alcuna domanda per il mutamento della destinazione d'uso.