Il provvedimento di divieto dell'attività di noleggio di veicoli senza conducente, adottato dall'Autorità di pubblica sicurezza ai sensi dell'art. 2, comma 1, del D.P.R. n. 481/2001 e dell'art. 11, comma 2, del R.D. n. 773/1931, deve essere adeguatamente motivato in relazione alle specifiche circostanze del caso concreto, non essendo sufficiente la mera elencazione di notizie di reato a carico dell'interessato senza alcuna argomentazione sulla loro rilevanza ai fini della valutazione di inaffidabilità. L'Amministrazione è tenuta a svolgere un'istruttoria completa ed esaustiva, anche in ordine all'eventuale alterità soggettiva tra l'interessato e il soggetto cui sarebbero effettivamente ascrivibili i fatti di reato contestati, al fine di motivare adeguatamente il giudizio prognostico di inaffidabilità che giustifica l'adozione del provvedimento di divieto, in una logica di bilanciamento tra l'interesse pubblico alla sicurezza e l'interesse privato all'esercizio dell'attività economica. Il mancato rispetto di tali presupposti determina l'illegittimità del provvedimento per difetto di motivazione.