Il permesso di soggiorno per lavoro subordinato non può essere negato o revocato sulla base di mere presunzioni di falsità delle dichiarazioni rese dal richiedente in merito alla residenza e all'attività lavorativa, in assenza di adeguata istruttoria e prova da parte dell'amministrazione. L'onere probatorio grava sull'amministrazione, la quale deve dimostrare in modo certo e incontrovertibile l'esistenza dei presupposti per il diniego o la revoca del permesso di soggiorno. In caso di mancata prova da parte dell'amministrazione, il permesso di soggiorno deve essere rinnovato, in applicazione del principio di favor migratoris e del diritto al rispetto della vita privata e familiare tutelato dall'art. 8 CEDU. L'ammissione al gratuito patrocinio a spese dello Stato deve essere riconosciuta al ricorrente che dimostri di possedere i requisiti reddituali previsti dalla legge, senza che possano essere richiesti ulteriori elementi probatori non espressamente previsti dalla normativa.