Cassazione penale Sez. I sentenza n. 17665 del 23 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:17665PEN

Massima

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Il provvedimento di confisca di prevenzione, previsto dalla legge n. 575 del 1965, art. 2-ter, può essere legittimamente disposto sui beni di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati o all'attività economica svolta dal proposto, ovvero che si abbia motivo di ritenere siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego, anche se formalmente intestati a terzi, qualora emergano elementi idonei a dimostrare la riferibilità sostanziale di tali beni al proposto. Il giudice di merito deve effettuare una valutazione specifica in relazione a ciascun bene oggetto del provvedimento di confisca, tenendo conto di tutti gli elementi di fatto acquisiti nel procedimento, incluse le deduzioni difensive oggettivamente valutabili, al fine di accertare la sussistenza dei presupposti di legge per l'applicazione della misura patrimoniale. Il giudice di legittimità non può procedere a una rivalutazione degli elementi di fatto posti a fondamento del provvedimento impugnato, essendo tale attività riservata al giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 61/2010 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 14/06/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUCIA LA POSTA;

lette le conclusioni del PG Dott. IZZO G. che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con decreto in data 14.6.2012 la Corte di appello di Reggio Calabria confermava la decisione del Tribunale della stessa sede che avev…

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