Il Comune di Catania non può annullare in autotutela una concessione edilizia rilasciata in conformità con la destinazione urbanistica vigente, solo per il fatto di non aver ancora dato esecuzione a una precedente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale che aveva ordinato la riqualificazione urbanistica dell'area. Infatti, la mancata esecuzione della sentenza da parte del Comune non può essere invocata per far derivare effetti sfavorevoli alla parte ricorrente che era risultata vittoriosa nel giudizio precedente. L'amministrazione comunale non può trincerarsi dietro il formale rispetto della decisione giurisdizionale al solo fine di far derivare conseguenze negative per la controparte, quando essa stessa è rimasta inadempiente rispetto al comando giudiziale. Una simile condotta non risponde a principi di giustizia sostanziale, poiché altrimenti l'amministrazione soccombente finirebbe col ricavare vantaggio dalla propria posizione di inadempienza rispetto all'esecuzione del giudicato. Pertanto, in assenza di un effettivo contrasto tra la concessione edilizia rilasciata e la precedente sentenza, il Comune non può procedere all'annullamento in autotutela del titolo edilizio, in quanto ciò violerebbe i principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa di cui all'art. 97 della Costituzione.