Cassazione penale Sez. II sentenza n. 48393 del 20 ottobre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:48393PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il giudice di merito, nel valutare la distinzione tra il reato di truffa e quello di estorsione, deve accertare la concreta efficacia coercitiva della minaccia, indipendentemente dalla sua effettiva realizzabilità, verificando se il male prospettato si presenti irresistibile e coarta la volontà della vittima, ovvero se la minaccia del pericolo irrealizzabile abbia solo capacità manipolativa, limitandosi ad influire sul processo di formazione della volontà attraverso l'induzione in errore. Tale indagine deve essere condotta ex ante, prendendo in considerazione la violenza oggettiva della minaccia e la sua incidenza sulla specifica vittima, senza che assuma rilievo l'impossibilità di concretizzazione dell'evento dannoso prospettato. Pertanto, il reato di estorsione si realizza con il costringimento conseguente alla minaccia, a prescindere dalla effettiva realizzabilità del male minacciato. Inoltre, le dichiarazioni della persona offesa, anche se costituita parte civile, possono essere legittimamente poste a fondamento dell'affermazione di responsabilità, previa verifica della loro credibilità soggettiva e attendibilità intrinseca, senza necessità di ulteriori riscontri, salvo che il giudice non incorra in manifeste contraddizioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandr - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/03/2017 del TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. SANDRA RECCHIONE;
sentite le conclusioni del PG Dr. CASELLA GIUSEPPINA che conclude per il rigetto.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Catanzaro confermava l'applicazione all'indagato della custodia cautelare in carcere per il reato di estorsione aggravata.
2. Avverso tale sentenza proponeva ricorso per cassazi…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.