Cassazione penale Sez. I sentenza n. 37982 del 16 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:37982PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni ai sensi dell'art. 416-bis, comma 7, c.p. richiede un nesso di strumentalità diretta e non meramente occasionale tra il bene da sottoporre a sequestro e la condotta illecita del soggetto indagato per il reato di associazione mafiosa. Tale nesso di pertinenzialità non può essere ravvisato sulla base di una mera partecipazione minoritaria di un soggetto a una società mista, laddove le condotte illecite siano state poste in essere da altri soggetti, seppur in posizione di vertice all'interno della medesima società. Inoltre, il sequestro preventivo presuppone la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico del soggetto titolare del bene da sottoporre a sequestro, non essendo sufficiente la mera posizione di dirigente o amministratore della società, ove non emerga la sua consapevole e volontaria partecipazione al programma criminoso. In assenza di tali presupposti, il sequestro preventivo risulta illegittimo e deve essere annullato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 200/2012 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 07/11/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MAGI RAFFAELLO; lette/sentite le conclusioni del PG Dott. GAETA Pietro, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso e l'annullamento senza rinvio dell'ordinanza impugnata;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) e (OMISSIS), che hanno chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO …

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